La Stele di Rosetta: La Chiave per Svelare i Misteri dell’Antico Egitto
La Stele di Rosetta, forse anche per il nome, è una di quelle cose che più ci è rimasta impressa, quando, ancora bambini, abbiamo iniziato a studiare la Storia delle antiche civiltà.
La Stele di Rosetta è uno degli artefatti archeologici più famosi e significativi mai scoperti.
Questo straordinario reperto ha permesso agli studiosi di decifrare i geroglifici egizi, aprendo una finestra su oltre 3.000 anni di storia, cultura e religione dell’antico Egitto.
Oggi è conservata al British Museum di Londra, dove continua a essere ammirata da milioni di visitatori ogni anno.
Ma cosa rende questa pietra così speciale?
Ecco la storia completa di come la Stele di Rosetta ha cambiato per sempre il corso dell’egittologia.
La Scoperta della Stele di Rosetta
La Stele di Rosetta fu scoperta nel luglio del 1799 vicino alla città di Rosetta (oggi Rashid), in Egitto, dai soldati dell’esercito francese di Napoleone Bonaparte.
Durante i lavori di fortificazione in un’area chiamata Fort Julien, il luogotenente Pierre-François Bouchard si imbatté in una lastra di granodiorite nera.
L’iscrizione incisa su di essa, divisa in tre sezioni distinte, catturò immediatamente l’attenzione degli studiosi francesi che accompagnavano l’esercito.
La Stele di Rosetta è alta 114 cm, larga 72 cm, spessa 28 cm e pesa circa 760 kg.
Il Contenuto della Stele di Rosetta
La Stele di Rosetta riporta un decreto emanato nel 196 a.C. dai sacerdoti egizi per onorare il giovane re Tolomeo V.
Il testo elogia le azioni del faraone e garantisce privilegi ai templi e ai sacerdoti.
Il decreto stabilisce anche che il testo venga inciso in tre lingue per renderlo comprensibile a tutte le comunità dell’Egitto dell’epoca. Proprio questa apparentemente semplice scelta di scrivere in 3 lingue uno stesso testo, è ciò che ha contribuito a rendere una semplice “pietra” un ritrovato unico dal valore inestimabile.
Il testo è riportato in tre differenti scritture:
Geroglifici: la scrittura sacra utilizzata nei testi religiosi e sui monumenti.
Demotico: una forma di scrittura più semplice, usata nella vita quotidiana e nei documenti amministrativi.
Greco antico: la lingua ufficiale della corte tolemaica e ampiamente compresa dagli studiosi europei dell’epoca.
Grazie alla sezione in greco, gli studiosi poterono iniziare a decifrare le altre due scritture, in particolare i geroglifici, che fino a quel momento erano rimasti un enigma.
A questo punto ci possiamo chiedere come mai, un reperto storico di tale valore si trovi al British Museum e non al Louvre, per esempio, dal momento che è stato scoperto dai Francesi, si per caso, ma in missione per conto di Napoleone Bonaparte.
E’ quindi chiaro che la Stele di Rosetta non è sempre stata ospitata al British Museum di Londra.
Il suo viaggio verso la capitale britannica è il risultato di eventi storici drammatici, che coinvolsero il conflitto tra Francia e Inghilterra in Egitto agli inizi del XIX secolo.
Ecco una panoramica dettagliata di come la Stele di Rosetta divenne uno dei simboli più iconici del British Museum, trasformandolo in una delle attrazioni più visitate al mondo.
Come la Stele di Rosetta arrivò al British Museum: Il Viaggio di un Tesoro Storico
Dopo la scoperta della Stele di Rosetta nel 1799 da parte delle truppe francesi, il reperto divenne immediatamente un oggetto di interesse scientifico. Tuttavia, nel 1801, durante la campagna britannica in Egitto, le forze inglesi, alleate con l’Impero Ottomano, sconfissero l’esercito francese.
La resa francese fu formalizzata nel Trattato di Alessandria, che includeva una clausola molto particolare: tutti i manufatti e i reperti archeologici scoperti dai francesi dovevano essere consegnati agli inglesi.
Tra i vari oggetti di grande valore, la Stele di Rosetta spiccava per la sua importanza scientifica e storica.
Sebbene ci fossero resistenze iniziali da parte degli studiosi francesi, che volevano portare la stele in Francia, il trattato fu applicato rigorosamente, e la pietra passò sotto il controllo britannico.
Il Trasporto della Stele di Rosetta verso l’Inghilterra
Il trasferimento della Stele di Rosetta dall’Egitto all’Inghilterra fu un’impresa logistica significativa, data la dimensione e il peso della pietra (circa 760 kg).
La Stele fu trasportata con estrema cura, prima lungo il Nilo fino al porto di Alessandria, e poi imbarcata su una nave britannica, la HMS Egyptienne.
La nave attraversò il Mar Mediterraneo, affrontando le difficoltà di un lungo viaggio via mare, fino a raggiungere il Regno Unito. Questo trasporto fu trattato con grande attenzione, poiché la Stele era già riconosciuta come un reperto unico nel suo genere, con un potenziale straordinario per la decifrazione dei geroglifici egizi.
L’Arrivo al British Museum: Un Evento Storico
Nel 1802, la Stele di Rosetta arrivò a Londra e fu consegnata al British Museum, dove venne immediatamente esposta al pubblico. La Stele fu posizionata in una sala dedicata, attirando grande curiosità sia dagli studiosi che dal pubblico generale.
La sua esposizione segnò l’inizio di una nuova era per il British Museum, che da quel momento divenne un centro di ricerca e scoperta per gli studiosi di tutto il mondo. Il museo rese disponibili copie e calchi della Stele di Rosetta per studiosi di altri Paesi, incoraggiando la cooperazione internazionale nella decifrazione del testo.
Questo spirito di condivisione del sapere contribuì al grande progresso nello studio dei geroglifici e diede al British Museum una reputazione globale come custode di tesori culturali.
La Stele di Rosetta divenne presto un’attrazione per studiosi e viaggiatori di tutto il mondo.
Nell’era vittoriana, le persone facevano viaggi appositamente per vedere il reperto, affascinate dal mistero delle iscrizioni geroglifiche. La sua fama contribuì anche a un rinnovato interesse per l’antico Egitto, spingendo molti a visitare il Paese e a collezionare antichità egizie.
Ancora oggi, la Stele è uno dei pezzi più visitati del museo, attirando milioni di turisti ogni anno.
Il suo posizionamento strategico all’interno del museo la rende facilmente accessibile, permettendo ai visitatori di ammirare da vicino le tre iscrizioni che hanno rivoluzionato la nostra comprensione dell’antico Egitto.
La Decifrazione della Stele di Rosetta: Thomas Young e Jean-François Champollion
La decifrazione della Stele di Rosetta è una delle più grandi imprese intellettuali della storia.
Due figure emergono in questo processo:
- Thomas Young (1773-1829): un medico e scienziato inglese, fu il primo a identificare che i cartigli, simboli ovali contenenti geroglifici, rappresentavano nomi di figure reali come “Tolomeo”.
Egli comprese che i geroglifici non erano solo simboli rappresentativi ma includevano elementi fonetici. - Jean-François Champollion (1790-1832): un linguista francese, portò avanti il lavoro di Young e nel 1822 decifrò completamente i geroglifici, dimostrando che questa scrittura combinava segni fonetici e ideografici.
Il suo lavoro fu possibile grazie alla sua conoscenza del copto, una lingua derivata dall’egiziano antico.
La scoperta di Champollion aprì la strada alla moderna egittologia e permise di comprendere migliaia di testi geroglifici rimasti illeggibili per secoli.
La Stele di Rosetta è molto più di un semplice reperto archeologico: è un simbolo della sete di conoscenza dell’umanità. Ha cambiato il modo in cui vediamo il passato e ha aperto la strada alla comprensione di una delle civiltà più affascinanti della storia. Ancora oggi, la Stele continua a ispirare studiosi e visitatori, ricordandoci che il potere della scoperta risiede nella nostra capacità di decifrare i segreti del passato.
Se sei appassionato di storia e archeologia, non perdere l’opportunità di visitare la Stele di Rosetta al British Museum, un incontro unico con il passato dell’umanità.
Ricorda che noi possiamo organizzare per te una visita al British Museum con una delle nostre brave guide italiane a Londra. Devi semplicemente chiedere se hai bisogno di una guida privata o di una guida di gruppo e indicare se desideri vedere la Stele di Rosetta e la parte egizia del museo o tutto il British, magari unendolo a una visita dedicata anche alla National Gallery.
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