Elizabeth Bowes-Lyon, La Regina Madre
“DIO SALVI LA REGINA” E quando poi la regina in questione è la REGINA MADRE… “Queen Mum”, la chiamavano affettuosamente i britannici.
Stiamo parlando di una delle figure femminili più amate dal popolo britannico: Elizabeth Angela Marguerite Bowes-Lyon, nata a Londra il 4 agosto 1900 e ivi deceduta il 30 marzo 2002 alla bell’età di quasi 102 anni!
Moglie dell’adorato Giorgio VI del Regno Unito, adorata da lui a sua volta, dopo il matrimonio ebbero due figlie: Elisabetta II del Regno Unito, Elizabeth, attuale Sovrana, e Margaret.
Tanto la prima si dimostrò disciplinata sino al sacrificio, quanto la seconda fu birichina ed irrequieta.
La futura Regina Madre fu una figura discreta e al contempo influente nella vita dello sfortunato, balbuziente Giorgio. Era un peperino di carattere forte dentro un corpo piccolo e rotondetto; una donna tascabile dotata di grande sense of humor, amante della vita, della natura, della sua famiglia, degli abiti colorati e del… gin!
Ne ha bevuto sino alla fine e senza problemi. Dietro quest’apparenza di amabilità e di discrezione si celava una donna forte che fu determinante per la condotta del marito, afflitto da costanti crisi depressive e sempre sul filo del rasoio, specialmente nei burrascosi frangenti della Seconda Guerra.
Si rifiutò di lasciar Londra per qualsiasi motivo e ne convinse il Re, preoccupato non della propria vita, ma di quella di sua moglie e delle figlie. Benché il Governo fosse contrario per comprensibili ragioni di sicurezza, Ella si oppose sempre all’abbandono della Capitale e del suo popolo che soffriva enormemente sotto i continui, devastanti bombardamenti del mostro nazista.
L’intera Famiglia Reale fu un esempio di fermezza, di coraggio, di solidarietà, di compassione.
La futura Elisabetta II^, allora men che ventenne, prestava servizio nell’Esercito Britannico: viveva con le truppe e ne condivideva orari e sacrifici.
Nel dopoguerra fu meccanico e conducente di camion. La mamma e la sorella si occupavano dei malati, dei feriti, dei senzatetto che abbondavano.
Orfani e vedove non mancarono mai del loro aiuto. Il Re e Churchill adempivano con onore i loro doveri.
Rimasta improvvisamente vedova a cinquantadue anni per la repentina morte dell’amato Bertie, prese il lutto alla sua maniera e cioè nella maniera più soave e vera: sorrisi di fuori e morte nel cuore.
Il popolo l’adorava letteralmente e credo che sua figlia Elisabetta abbia più volte contato sull’affetto, l’esempio e il consiglio di quella donna che sapeva esser sciolta e semplice anche nelle occasioni più tristi o formali.
Ora che la Sovrana è immersa nella vecchiaia, nonostante adempia sempre col massimo scrupolo i suoi molteplici impegni di lavoro legati ad un ufficio tanto gravoso, la vediamo sorridere più spesso e più volentieri.
La vecchiaia pare averla addolcita e ci sembra che la spiritosa QUEEN MOM si affacci qua e là ancora una volta, attraverso i sorrisi dell’anziana figlia, tra un incontro con il 1° Ministro e una carezza ad un Corgie. So long, Ma’am!
( di Marcello Tito Manganelli )
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