Riccardo Cuor di Leone, Riccardo I di Inghilterra
Riccardo cuor di Leone, ufficialmente Riccardo I d’ Inghilterra, è da sempre considerato figura simbolo dei cavalieri medioevali. Lo stesso sopranome, cuor di Leone, lo identifica come abile guerriero e combattente, al punto che ancora oggi, rimane una delle figure meglio ricordate della storia medioevale inglese e francese.
Gli inglesi quasi lo venerano, nella loro attitudine a mitizzare figure “importanti” della loro storia.
La sua statua equestre spicca proprio davanti al palazzo del Parlamento ( l’ artista che l’ha realizzata è il nostro Marochetti, torinese, che lavoro anche sui bassorilievi in bronzo ai piedi della colonna di Horatio Nelson a Trafalgar Square).
Ma la figura di Riccardo cuor di Leone, Riccardo I d’ Inghilterra, fu davvero così importante per la storia inglese, oppure è prevalsa la tendenza a mitizzare più del dovuto un personaggio che con l’ Inghilterra in effetti ebbe poco a che fare?
Vediamo di rispondere a questa domanda “cruciale” col raccontare la storia di Riccardo.
Riccardo Cuor di Leone, nato da una delle famiglie più influenti del Medioevo, era figlio di Enrico II d’Inghilterra e di Eleonora d’Aquitania.
Chi erano i genitori di Riccardo I ?
Ne parleremo con maggiore attenzione, dedicando un articolo a ciascuna di queste figure, perchè entrambi, Enrico II e Eleonora d’ Acquitania, in effetti svolsero un ruolo di primaria importanza per la storia inglese; in breve possiamo dire che:
Enrico II d’Inghilterra (1133-1189) fu il primo re della dinastia Plantageneta e uno dei sovrani più potenti del suo tempo. La sua ascesa al potere segnò l’inizio di un periodo di consolidamento territoriale e amministrativo in Inghilterra.
Fu un abile amministratore e un guerriero tenace, noto per la sua energia instancabile e per la capacità di gestire un vasto impero che si estendeva dall’Inghilterra alla Normandia, all’Aquitania e altre regioni in Francia.
Eleonora d’Aquitania (1122-1204) era una delle donne più ricche e potenti del Medioevo.
Prima sposata con il re di Francia Luigi VII, Eleonora divorziò e sposò poi Enrico II, portando con sé i vasti territori dell’Aquitania al dominio Plantageneta.
Eleonora fu nota per il suo spirito indipendente, la sua cultura e il suo sostegno alle arti, oltre che per la sua abilità politica, che esercitò anche durante gli anni di reggenza in assenza del marito.
Ma torniamo a Riccardo cuor di Leone.
Molti legano la sua figura di Riccardo alla legenda di Robin Hood, il principe dei ladri e della foresta di Sherwood.
Riccardo era il RE buono, poi c’era lo sceriffo di Nottingham e il cattivissimo Re Giovanni ( senza Terra) fratello minore di Riccardo.
Sta di fatto che Riccardo Cuor di Leone, è una delle figure più emblematiche e romanticizzate della storia medievale.
Il suo regno, sebbene breve (1189-1199), fu segnato da significativi eventi che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia e nella cultura europea.
Questo articolo esplorerà la vita, il regno e l’eredità di Riccardo Cuor di Leone, delineando i momenti salienti della sua esistenza e analizzando come le sue gesta siano diventate leggenda.
Gioventù e ascesa al trono
Riccardo nacque il 8 settembre 1157 a Oxford; Cresciuto in un ambiente nobiliare, Riccardo ereditò significative qualità militari e un forte interesse per la cultura cavalleresca, elementi che influenzarono profondamente il suo stile di leadership e il suo comportamento.
Durante la sua gioventù, Riccardo dimostrò una notevole abilità militare nelle guerre contro i baroni ribelli e nelle campagne in Bretagna e Aquitania.
La sua ascesa al trono avvenne nel 1189, dopo la morte del padre.
Nonostante le tensioni interne alla famiglia reale, che vedevano frequenti contrasti tra Enrico II e i suoi figli, Riccardo fu incoronato re in un momento di grandi turbolenze politiche.
La sua ambizione, tuttavia, era rivolta principalmente oltre i confini inglesi.
La Terza Crociata e Riccardo Cuor di Leone.
Una delle imprese più significative di Riccardo fu la sua partecipazione alla Terza Crociata.
Motivato sia da fervore religioso che da desideri di gloria militare, Riccardo partì per il Medio Oriente nel 1190, dopo aver assicurato il regno nelle mani di reggenti fidati.
La sua crociata è ricordata soprattutto per il confronto con il sultano Saladino, suo avversario e contemporaneamente oggetto di reciproco rispetto.
Le battaglie chiave, come l’assedio di Acri e la battaglia di Arsuf, dimostrarono la maestria tattica e il coraggio di Riccardo, guadagnandogli l’appellativo di “Cuor di Leone“.
Nonostante i successi militari, la crociata non raggiunse l’obiettivo finale di riconquistare Gerusalemme, il che fu una fonte di grande frustrazione per Riccardo. Tuttavia, riuscì a negoziare un trattato con Saladino che garantiva ai cristiani l’accesso sicuro ai luoghi santi.
Gli ultimi anni e l’eredità
Riccardo fece ritorno in Europa nel 1194, dopo essere stato catturato e tenuto prigioniero per più di un anno dall’imperatore del Sacro Romano Impero, Enrico VI.
La sua liberazione, avvenuta solo dopo il pagamento di un’enorme somma come riscatto, segnò l’inizio di un periodo di consolidamento del suo potere in Inghilterra e nei suoi vasti possedimenti in Francia.
Gli ultimi anni del suo regno furono dedicati a rafforzare le frontiere del suo dominio e a reprimere le rivolte dei baroni, ma la sua morte prematura nel 1199 durante l’assedio di un castello in Limousin pose fine a una vita caratterizzata da continui conflitti.
La morte di Riccardo Cuor di Leone
Riccardo I d’Inghilterra morì il 6 aprile 1199.
La causa immediata della sua morte fu una ferita infettata, ricevuta durante l’assedio del castello di Châlus in Limousin, nella Francia attuale. Durante un’esplorazione minore, apparentemente di poco conto, Riccardo fu colpito al braccio da un dardo scagliato da una balestra. Nonostante la ferita sembrasse non grave inizialmente, l’infezione si sviluppò rapidamente, portando a complicazioni che i medici dell’epoca non furono in grado di trattare efficacemente.
Riccardo morì undici giorni dopo essere stato ferito, e si dice che, in punto di morte, abbia perdonato il giovane balestriere che lo aveva ferito, ordinando che gli fosse risparmiata la vita.
Tuttavia, dopo la morte del re, il ragazzo fu brutalmente giustiziato, in contrasto con gli ultimi desideri del sovrano.
Il funerale di Riccardo Cuor di Leone fu un evento di grande significato, che rifletteva il suo status regale e la sua fama di guerriero.
Secondo le usanze dell’epoca, il suo corpo fu sezionato in più parti, che furono sepolte in diversi luoghi, secondo la pratica medievale della “tripartizione” dei resti regali:
Il cuore di Riccardo fu conservato in un reliquiario e sepolto nella cattedrale di Rouen, come simbolo del suo coraggio e della sua devozione alla Normandia.
Le viscere furono sepolte a Châlus, vicino al luogo della sua morte, in un gesto che rifletteva la credenza che quella parte del corpo dovesse restare vicina al luogo dell’ultimo respiro.
Il resto del corpo fu inumato nella necropoli reale nell’abbazia di Fontevraud, accanto ai suoi genitori, Enrico II e Eleonora d’Aquitania.
Questo luogo fu scelto per la sua importanza spirituale e per la sua vicinanza ai territori inglesi nella Francia continentale.
Probabilmente, la troppa solennità che si volle dare al funerale di Riccardo, determinò anche una sorta di “caduta” della figura del grande eroe; si racconta infatti che dalla morte al funerale trascorso diversi giorni, se non settimane.
Riccardo I d’ Inghilterra negli ultimi anni, aveva preso molto peso; era ingrassato moltissimo e di conseguenza il suo cadavere stava stretto nella bara in legno che avevano preparato per lui.
Il tragitto che doveva percorre il corteo funebre dal luogo di Morte a quello del funerale era molto lungo e il caldo anomalo fece il resto; pare infatti che durante la celebrazione della Messa, il suo corpo si gonfio al punto di esplodere in 1000 pezzi, causando la fuga dei presenti in preda a vomiti e malesseri vari.
Una fine nella fine non degna di un eroe; sarà vero o anche questo frutto del mito al contrario?
Di vero c’è però che fiducia del popolo inglese in questo eroe non era esattamente ben riposta; pensate infatti che dei 10 anni, circa, di regno di Riccardo, come Re d’ Inghilterra, solo pochi mesi Riccardo li passo in Inghilterra, preferendo di gran lunga soggiornare nelle sue terre in Francia.
Diciamo che l’ Inghilterra, al pari dei suoi predecessori Normanni, veniva vista più che altro come luogo da cui attingere buona parte delle ricchezze personali, tassando in modo spesso pesante, i suoi sudditi.
Successione al trono dopo la morte di Riccardo I
Riccardo Cuor di Leone non ebbe figli legittimi.
Durante il suo regno, nonostante si fosse sposato con Berengaria di Navarra nel 1191, il matrimonio non produsse eredi.
La mancanza di figli da parte di Riccardo contribuì a rendere il suo fratello minore, Giovanni Senza Terra, l’erede al trono d’Inghilterra dopo la sua morte nel 1199.
Giovanni, per la cultura popolare, come detto, era il “Cattivo” però la storia ci dice, che a lui è legata uno degli eventi più importanti della storia inglese.
Fu lui, Giovanni senza Terra, fratello minore di Riccardo e nuovo Re di’ Inghilterra, infatti e suo malgrado, che nel 1215 firmò la Magna Carta, la base di quello che poi diverrà il parlamento e la Monarchia parlamentare inglese.
Quindi possiamo dire che l’eredità di Riccardo Cuor di Leone è complessa.
L’eredità di Riccardo Cuor di Leone è complessa.
Da una parte, è stato lodato come il prototipo del re cavaliere, coraggioso e leale, un eroe delle crociate che combatté per ideali nobili. Dall’altra, la sua figura è stata criticata per la scarsa attenzione ai suoi doveri amministrativi in Inghilterra e per le pesanti tasse imposte per finanziare le sue campagne militari.
La morte di Riccardo Cuor di Leone segnò la fine di un’epoca caratterizzata da intense attività militari e grandi gesta cavalleresche. Nonostante il suo regno sia stato breve e spesso assente dall’Inghilterra, Riccardo rimane una delle figure più celebri del Medioevo, rappresentando l’ideale del re guerriero, coraggioso e dedito alla causa della crociata.
La sua eredità sopravvive nella cultura popolare, dove viene spesso rappresentato come il prototipo del cavaliere medievale, impegnato nella lotta per la giustizia e la fede.
La sua vita e la sua morte continuano a essere fonte di ispirazione per opere letterarie, film e rappresentazioni artistiche, consolidando la sua figura non solo come un re storico, ma come un icona del coraggio e dell’onore cavalleresco.
I commenti sono chiusi