Letteratura inglese

Troylus and Criseyde di Geoffrey Chaucer

Prima di “liberarci” del nostro caro e simpatico affabulatore medioevale, al fine di completare il quadro storico letterario su Geoffrey Chaucer, vorrei dedicare ancora un piccolo spazio alla sua più nota opera in versi, il Troylus and Criseyde, che, sebbene intessuta di richiami boccacceschi e di antiche narrazioni mitologiche filtrate e moralizzate all’occorrenza dai copisti del X-XII secolo, costituisce una originale reinterpretazione della tormentata storia d’amore di Troilo e Cressida e in qualche modo innesta nel tronco anglosassone un tema tipicamente “europeo”. In genere gli studiosi sono soliti dividere la carriera letteraria di Chaucer in tre periodi i quali, date le influenze extra-inglesi, caratterizzarono la sua opera e in qualche modo rappresentarono una svolta singolare nella storia della letteratura inglese. Infatti è degno di nota come il servizio diplomatico alla merce’ della corona inglese, parte essenziale della vita di corte, offrì a Chaucer la possibilità di espandere il suo retroterra culturale.
Si può affermare senza alcun’ombra di dubbio che con Chaucer una periferica, insulare e provinciale cultura, qual era quella inglese del medioevo, divenne a buon titolo europea.

Geoffrey Chaucer
Geoffrey Chaucer

Il primo periodo poetico della sua carriera letteraria è denominato francese. E’ il periodo delle sperimentazioni giovanili che culminerà nella traduzione in inglese del Romaunt de la Rose di Jean de Meugn’s. Fu questa per il giovane Chaucer una singolare chance, non del tutto scontata per un inglese colto del XIV secolo, di conoscere a fondo la via francese dello stile e della scrittura poetica. Seguendo le convenzioni cortesi, dopo i frequenti soggiorni francesi Chaucer scrisse storie di onore, amore e morte, affinando la sua tecnica poetica e le sue capacità espressive: a questo periodo appartengono le opere The Complaynt unto Pity, The Black Knight, The Book of the Duchess. Si tratta di un approccio sostanzialmente allegorico-morale che comparirà più tardi anche nel secondo periodo, quello italiano, dominato dalle influenze e dai richiami alle opere dei tre giganti toscani Dante, Petrarca e Boccaccio. A questo periodo appartengono le opere The Parlement of Foules (The Assembly of Birds) and The House of Fame, nelle quali si possono trovare ampie tracce ed echi dell’opera dantesca.

Questa particolare attitudine allegorica fu gradualmente abbandonata a favore di un approccio più realistico alla poesia e in genere all’attività letteraria. Troilus and Criseyde si situa dunque ad un punto di passaggio e di intersezione tra la via allegorica e quella realistica, e costituisce, secondo il giudizio di molti critici, il punto di svolta di questo cambiamento di registri stilistici e tonali che sfocerà nel terzo periodo della maturità, quello propriamente inglese, con la composizione dei Canterbury Tales. Così si può a ben diritto affermare che la letteratura inglese nasce con Chaucer e che essa è il frutto di una combinazione del tutto originale, un ibrido innesto tra roman francese e verseggiar italico, tra raffinatezze cortesi e realismo comico e tra impassibile onor di corte francese e ridanciano senso dell’esistere italico. Ma torniamo al nostro poema.

Troilus and Criseyde, che Chaucer chiamò The Book of Troilus, fu scritto probabilmente tra il 1383 e il 1385. Si compone di V libri e racconta una storia già narrata nel Filostrato di Boccaccio. Più che di “una versione e amplificazione dell’opera boccaccesca”, come ingiustamente hanno affermato alcuni critici italiani (Alliney, Allodoli, Antonicelli, Cecchi e Codignola), il poema chauceriano è una originalissima e geniale trasposizione stilistica della storia da dramma a racconto; racconto in versi, quasi un proseggiare in versi che aprirà la strada ai Tales. Il Troilus mostra con particolare intuizione ed evidenza il meglio della poesia cortese inglese e allo stesso tempo contiene in se’ qualche raffinato tocco di realismo psicologico. Mentre Boccaccio si interessa soprattutto alla storia, al suo svolgimento, alla sua conclusione, Chaucer invece pone ogni attenzione ai caratteri dei personaggi. Amore e guerra, duelli e corteggiamenti sono il soggetto principale del poema, ma le descrizioni sembrano essere meno convenzionali e stilizzate che nel primo Chaucer, e a tratti anche qualche carattere e attitudine dei personaggi pare non appartenere più alla tradizione cortese.

Il poema è innanzitutto una storia d’amore ambientata nell’eroica e mitica atmosfera della guerra di Troia. Una storia d’amore triste e malinconica, potremmo dire, nella quale l’ardente, visionaria e romantica passione del giovane principe troiano Troilo è per così dire frustrata dalla debolezza, dalla scaltrezza e dal senso pratico della greca Criseide. E’ la storia dei tradimenti per eccellenza. Criseide è costretta ad abbandonare Troia, assediata dai Greci, per rifugiarsi nei loro campi ove è corteggiata da Diomede. Ella ha dimenticato molto presto Troilo che invece continua ad amarla credendo al suo profondo attaccamento per lui, mentre in realtà egli è crudelmente ingannato, dal momento che Criseide acconsente ad unirsi a Diomede per opportunismo e ragion di stato.

Criseide diventa così il simbolo dell’incostanza e della crudeltà femminile secondo il modello dell’amor cortese e, sebbene nel poema manchino certi tratti di calda passione dell’originale boccaccesco, vi si trovano finezza di osservazione psicologica, vivacità di dialogo e umorismo, soprattutto nel carattere di Pandaro (Pandarus) che dal poema di Chaucer esce interamente ricreato. Inoltre il centro morale del poema è spostato: mentre il motivo centrale del Filostrato è la pena di Troilo, cioè del Boccaccio abbandonato da Fiammetta, il Chaucer sembra soprattutto preoccupato dal problema della condotta di Criseide che egli cerca di difendere dall’accusa di slealtà.

La storia divenne ben presto un topos nella produzione letteraria successiva, essendo stata più e più volte rinarrata e ritrascritta con accenti e caratteri diversi. Ne è prova il fatto che durante il lungo periodo che va da Chaucer a Shakespeare (dal Testament of Criseid di Henryson XVI secolo fino al Troilus and Cressida), è come se convenzionalmente la letteratura inglese avesse fissato lo sguardo sui due personaggi, facendoli diventare due autentici ruoli che non sfuggono al difficile e complicato gioco delle maschere che i soggetti indossano ogni giorno sul palcoscenico sociale. Così Troilo è diventato il prototipo dell’amante sfortunato ed onesto e Criseide l’icona di ogni incostanza e crudeltà femminile.
E infatti, come la storia ha ampiamente dimostrato fino all’età vittoriana con l’opera dissacratoria di Oscar Wilde, la civiltà cortigiana e borghese fatta di etichette e di valori “inviolabili” ha continuato a parlare di se’ anche molto dopo l’età chauceriana e la terribile ed amara storia di Troilo e Cressida può dunque assurgere a potente metafora di ciò che rimane sempre nella storia, al di là delle apparenze e degli inganni: ovvero two caracters which become roles to be played, masks to be put on, acting on the social stage of the court.

Gaetano Algozino, South Norwood – London 1 aprile 2015

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