ROD STEWART nella musica inglese anni 70 e 80
Ho deciso di parlare di questo fantastico personaggio dopo aver ricevuto innumerevoli richieste in proposito: benché non propriamente identificabile con gli anni ’80 l’artista ha indubbiamente espresso molto in questa decade dove troviamo alcuni tra i suoi più grandi successi.
Roderick David Stewart nasce a Londra nel 1945 da famiglia di origini scozzesi.
Inizialmente si dedica al calcio militando tra le fila del Brentford FC dal quale si allontana, però, molto presto per seguire la carriera musicale.
I suoi esordi sono come corista per il cantante folk Wizza Jones dietro al quale intraprenderà un grande tour europeo. Si fa, per così dire, le ossa suonando poi con Jeff Beck e vari gruppi Brit Blues per tutto il 1964: l’esperienza si rivela preziosissima poiché permetterà al giovane Rod di affiancare John Paul Jones (Led Zeppelin), Julie Driscoll nonché di stringere quella che sarà forse la più importante amicizia della sua vita con il chitarrista Ron Wood.
Nel 1969 si unisce al gruppo dei Faces iniziando, in parallelo, la carriera da solista pubblicando il primo album (di scarso impatto) The Rod Stewart Album.
Il vero, grande successo arriva nel 1971 con il terzo album Every Picture Tells A Story ed il singolo Maggie May. Rod diventa una star e questo porterà, inevitabilmente, al divorzio con il gruppo nel 1975.
Farà seguito una serie ininterrotta di successi (Sailing, Tonight’s The Night…) caratterizzati da un pop melodico reso originalissimo dal contrasto con la voce ruvida del cantante.
L’aria stava cambiando ma Rod riesce a cimentarsi con enorme successo anche nella disco music: l’album Blondes Have More Fun contiene il singolo cult Da Ya Think I’m Sexy.
Arriviamo, così, ai “Fab 80’s”: la New Wave non spaventa Rod Stewart il quale, con innegabile talento camaleontico introduce nella sua produzione elementi di synth-pop.
Molti critici musicali hanno interpretato questa poliedricità non come reale talento bensì come semplici fiuto ed astuzia nel cavalcare le mode e forse per questo non hanno apprezzato il lavoro del cantante in questa decade: “ …he has not always done what’s expected of him. For every 80’s listener that enjoyed the increasing influence of disco and dance music on Stewart’s sound, there have always been several more long-time fans deflated by his departures from rock and folk leanings. (…) Still, Stewart has always been at his best when exploring his own substantial eclecticism.” (Steve Peake – 80’s Music Expert).
Tuttavia la sua produzione, benché evidentemente “affaticata” nel tentativo di mantenere, forse, un suo stile unico e personale senza tralasciare elementi propri delle nuove musicalità emergenti, vanta lavori interessanti: ricordo gli album Tonight I’m Yours, Camouflage, Every Beat Of My Heart e, uno per tutti, il singolo Baby Jane.
Indubbiamente, ascoltando la raccolta Storyteller – The Complete Anthology: 1964-1990, è evidente che gli anni migliori di Rod Stewart siano stati quelli dell’Epoca d’oro del Soul Rock e della parentesi americana dopo il 1975.
Il calcio è rimasto sempre una sua grande passione: sostenitore dei Celtic ha acquistato quote societarie della squadra scozzese dei Rangers Glasgow e più volte ha provato a raggiungere la presidenza dell’Arsenal.
Negli anni ’90 Rod pubblica album introspettivi e malinconici allorché nel 1998 riapre una parentesi rock con l’album di successo When We Were The New Boys.
Incredibile, poi, la produzione musicale dal 2000 ad oggi che vanta una nuova uscita regolarmente quasi ogni anno.
Con all’attivo 200 milioni di dischi venduti e la presenza nel Guinness dei Primati per un concerto sulla spiaggia di Copacabana davanti a 4 milioni di spettatori, Rod Stewart, il 10 gennaio scorso, ha compiuto settant’anni: un autentico idolo per tre intere generazioni!
qui puoi trovare tutta la discografia di Rod Stewart
(Luisa Volpicelli)
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