Musica anni 80

I Tears For Fears

I Tears For Fears,  emblema della musica inglese anni ’80

Città di Bath: nel 1981 due ventenni, Roland Orzabal, inglese di origini basche, e Curt Smith abbandonano il gruppo dei Graduate per fondare il duo (formazione canonica al tempo del synth-pop) The History of Headaches che presto cambierà nome con il definitivo Tears for Fears.
Con solo tre album all’attivo tra il 1981 ed il 1989, il duo resta, a mio parere, l’emblema della musica anni ’80 grazie ad un Orzabal, autore intelligente, attento e profondamente introspettivo, che ha saputo creare dei classici senza tempo.
Nati sull’onda del post-punk i Tears for Fears vireranno poi verso il pop sintetico al seguito dei successi di Depeche Mode e Human League.

Scritturati dalla Phonogram Records nel 1981 pubblicano il loro primo singolo Suffer The Children, già rivelatore della particolare attenzione di Orzabal nei confronti della psicanalisi. E’ del 1982 il secondo singolo Pale Shelter.
collectionIl grande successo arriva lo stesso anno con il terzo singolo, veramente bellissimo, Mad World. Questo brano racchiude in tre minuti tutto in valore intrinseco degli “eighties”: in un decennio in cui l’avere e l’apparire regnavano sovrani, il testo racconta di grandi sofferenze interiori (una sorta di “male di vivere”) benché confezionato con musica sintetica e, apparentemente, fredda. Nel 2001 ne troviamo una versione per soli voce e pianoforte come soundtrack nel film Donnie Darko; con il nuovo arrangiamento, spogliato da tutti gli effetti “artificiosi”, il brano rivela il suo cuore melodico e raffinato. Personalmente preferisco la versione originale perché è bella così com’è, figlia del suo tempo.

Nel 1983 esce il loro primo album The Hurting (spesso paragonato a The Wall dei Pink Floyd a causa dei continui riferimenti a traumi infantili e ricordi scolastici) seguito da un ulteriore singolo The Way You Are, tutti di matrice spiccatamente synth-pop. Con il secondo album Songs From The Big Chair (1985), contenente i grandi successi internazionali del duo come Shout e Everybody Wants to Rule The World, l’uso dei sintetizzatori è affiancato a veri strumenti (chitarra, batteria, sax…) ma, al rientro da un tour trionfale negli USA, Orzabal è in piena crisi creativa. Decidono, quindi di “allargare” la formazione a nuovi musicisti per chitarra, basso, batteria e percussioni nonché al supporto della cantante soul americana Oleta Adams. Il risultato, l’album The Seeds of Love del 1989, di impronta quasi jazz, contiene il pregevole Sowing The Seeds Of Love.

Gli anni ’90 segneranno poi l’allontanamento definitivo tra Orzabal e Smith ma, nel 2004, li troviamo di nuovo insieme per l’uscita dell’album Everybody Loves a Happy Ending: anche se di dubbia riuscita questo, come tanti altri “revival” di artisti degli anni ’80, è stato fondamentale non solo per sfruttare la nostra vena nostalgica di quarantenni/cinquantenni a scopo commerciale ma, soprattutto, per rivalutare una cultura musicale capace di trasmettere qualcosa di autentico e assoluto anche ai nostri giorni.

( Luisa Volpicelli )

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