Gli U2 1976-1990 dagli inizi ai grandi successi
Spero mi perdonerete se per una volta esco dai confini del Regno Unito (senza allontanarmi troppo, però…) ma la band in questione merita davvero!!!
Al di là dei motivi personalissimi che mi legano agli U2 (uno dei loro maggiori successi “One” è stato la colonna sonora dell’incontro con l’amore della mia vita…) c’è da dire che questi ragazzi irlandesi rappresentano una delle pochissime – forse l’unica – rock band degli anni ’80 divenuta leggenda vivente alla stregua dei miti anni ‘60 e ’70; la loro musicalità è unica e sorprendente e deriva dalla fusione di punk rock e new wave uniti al classico rock ’n roll, il tutto legato da un perfetto equilibrio tra rabbia e spiritualità.
La storia inizia ufficialmente nel 1976 con un annuncio che il quattordicenne Larry Mullen, batterista in erba, mise sulla bacheca della Mount Temple School di Dublino: ”CERCASI MUSICISTI PER FONDARE BAND”.
Risposero nell’ordine Dave Evans (chitarrista, successivamente ribattezzato “The Edge”), Adam Clayton (bassista) e Paul Hewson (benzinaio orfano di madre con la passione per chitarra e canto). Quest’ultimo ci è sicuramente più familiare con il suo pseudonimo – preso da un negozio di apparecchi acustici di Dublino – Bono Vox…!
I quattro adolescenti, schiacciati dallo squallore della periferia, cercano riscatto nella musica e nella religione. Uno dei loro punti di forza, a mio parere, consiste proprio nei valori profondi su cui il gruppo basa il suo lavoro e il suo messaggio: le altre band, tutte “sesso, droga e rock and roll” finiscono per implodere sotto il peso del loro stesso stile di vita.
Gli U2 rivelano, invece, una visione e una spiritualità differenti che li portano ad incredibili risultati commerciali senza scendere a compromessi e mantenendo intatto il loro impegno soprattutto politico.
La carriera decolla nel 1978 quando, usciti vincitori da un concorso a Limerick, ottengono il loro primo contratto discografico. Boy, album del 1980, contiene il brano I Will Follow, già un piccolo capolavoro. October del 1981 affronta sia temi religiosi che relativi alla situazione critica in Irlanda del Nord: per i ragazzi comincia a farsi strada l’idea che, tra fede e impegno politico, con la musica si possa veramente cambiare il mondo (o, almeno, provarci…)!
L’album War del 1983 contiene il brano molto toccante Sunday Bloody Sunday (aperta denuncia contro l’uccisione di 13 civili nell’Ulster ad opera di paracadutisti britannici) nonché il capolavoro New Year’s Day (su Lech Walesa ed il suo sindacato Solidarnosc).
Una serie di concerti negli USA danno vita al LP dal vivo Under A Blood Red Sky e chiariscono definitivamente la posizione pacifista del gruppo: ”…ci piacerebbe vedere l’Irlanda unita ma senza dover puntare pistole alla testa…”.
Nel lavoro successivo The Unforgettable Fire – per il quale la band si avvale della collaborazione di Brian Eno – torna di nuovo il tema della guerra, stavolta come orrore per i fatti di Hiroshima. Da ricordare la bellissima Pride (In The Name Of Love).
La definitiva consacrazione ed il raggiungimento dei primi posti nelle classifiche di mezzo mondo avviene solo nel 1987 con l’album The Joshua Tree che venderà oltre 20 milioni di copie.
Questo disco nasce da un’ispirazione di Bono Vox a seguito di un viaggio intrapreso con la moglie in Etiopia dopo la partecipazione al famoso concerto a scopo umanitario Live Aid.
L’impegno politico si allarga: con il brano Red Hill Mining Town gli U2 si schierano a favore dei minatori britannici (all’epoca bersaglio delle politiche restrittive thatcheriane) mentre Mothers Of The Disappeared è un omaggio ai desaparecidos argentini.
Un ulteriore tour statunitense, durante il quale la band si esibisce anche con personaggi del calibro di Bob Dylan, genera il nuovo album live Rattle & Hum, a cui farà seguito la bellissima raccolta di “lati B” The Best Of 1980-1990/The B-Sides: tra questi ricordo gli indimenticabili Walk To The Water e Love Comes Tumbling.
Nessuno, però, è profeta in patria: in Irlanda gli U2 sono oggetto di aspre polemiche e critiche da parte di molti illustri colleghi tra cui la cantante Sinead O’Connor che li accusa di aver monopolizzato il panorama musicale irlandese (arriverà addirittura a definirli “mafiosi”…).
Gli U2 – anni 1991/2015
Gli anni ’90 segnarono una svolta nella carriera degli U2.
La caduta del Muro di Berlino ispirò alla band un rinnovo radicale: una drastica virata verso il tecnologico che si traduce in un netto cambio di immagine e sostanza. Da semplice rock band gli U2 si trasformano in uomini di spettacolo a tutto tondo affiancando alla musica arti come immagine, teatralità e poesia.
Il primo prodotto di questo nuovo ciclo è l’album Achtung Baby, registrato proprio a Berlino: uno dei brani in esso contenuti Until The End Of The World sarà la colonna sonora del film omonimo di Wim Wenders.
Nel 1992 parte il sensazionale tour mondiale ZooTV Tour, caratterizzato da una profusione di tecnologia, suoni e informazioni di ogni tipo trasmessi al pubblico attraverso maxischermi collegati a satelliti. Durante ogni spettacolo, poi, Bono Vox telefona ad un personaggio famoso e/o politico per discutere di argomenti strettamente legati all’attualità. In contemporanea l’uscita del singolo One.
Il successivo Zooropa è un lavoro altamente sperimentale: Bono stesso lo definirà “un album pop surreale”, zeppo di sonorità cibernetiche ed elettroniche portate all’estremo.
Dopo la Germania unita l’attenzione del gruppo si sposta nei Balcani: la Jugoslavia è in fiamme! Nasce il progetto “Passengers” e Bono duetta con Luciano Pavarotti nel brano Miss Sarajevo.
Pop del 1997 è accompagnato dalla sorprendente dichiarazione di Bono: “il rock è invecchiato” – “cambiare è il solo modo per sopravvivere” gli fa eco The Edge.
E così il disco spazia tra brani commerciali e dance sull’onda del Brit pop allora imperante ma con qualche riferimento melodico che riporta ai Depeche Mode.
Nel 2000 la band tenta un ritorno alle origini con All That You Cant Leave Behind senza, però, convincere del tutto, nonostante la coinvolgente Beautiful Day.
Decisamente migliore il lavoro del 2004 How To Dismantle An Atomic Bomb: Miracle Drug è da ascoltare, così come Vertigo ma brani come Sometimes You Can Make It On Your Own Quick e (purtroppo) altri risultano, a mio parere, del tutto insignificanti. In quell’anno Bono Vox è uno de possibili candidati per l’assegnazione del nientepopodimeno che Premio Nobel Per La Pace!!!
Nel complesso un buon lavoro l’album del 2009 No Line On The Horizon: belli i brani Magnificent e Unknown Caller.
Songs of Innocence del 2014 non dice – ahimé – nulla di nuovo: unico brano da salvare è The Troubles che riesce – per così dire – a chiudere in bellezza salvando l’intero album.
In attesa di vederli dal vivo in Italia a partire dal prossimo Settembre (2015) sempre con la stessa formazione originale, posso consigliare di leggere la loro biografia U2byU2 per sapere veramente tutto su questa band che, nel bene e nel male e al di là degli innumerevoli premi e riconoscimenti ricevuti, ha lasciato un segno indelebile nel panorama rock mondiale.
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Luisa Volpicelli
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